Musica e strumenti musicali presso gli antichi (sintesi da M.P. Guidobaldi – Museo della civiltà
romana)
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Poco ci è giunto del patrimonio musicale antico perché la prassi di scrivere musica è iniziata solo
alla fine del V secolo a.C. Infatti si improvvisava anche in base all’uditorio e poi si trascriveva
eventualmente quanto composto estemporaneamente. La musica seguiva il testo poetico, quindisi adattava alla metrica del verso.
Nel mondo romano in molte occasioni della vita comunitaria si eseguivano canti accompagnati dal suono di strumenti musicali. Si intonavano canti nel mondo agricolo per chiedere la fecondità dei cereali e la purificazione dei campi. Si cantavano i carmina convivalia durante i banchetti per esaltare le virtù di uomini illustri, accompagnati dal suono della tibia. Per il generale vittorioso che celebrava il trionfo i soldati cantavano i carmina triumphalia. Durante la cerimonia del funerale iparenti addolorati intonavano la nenia al suono della tibia. La musica è presente anche nel teatro in cui erano inseriti canti regolati sul suono della tibia.
Dal mondo greco non giunsero a Roma solo opere d’arte, ma anche artisti, attori e musicisti che si esibivano e insegnavano la propria arte. Nel II secolo a.C. i giovani frequentavano scuole di danza e imparavano a danzare accompagnandosi con le nacchere (crotala). Anche le matrone, anche i figli dei nobili praticavano la danza e suonavano la cetra e l’arpa. In età imperiale si diffuse tra i ricchi l’abitudine di avere al proprio servizio musicisti di ambo i sessi capaci di suonare strumenti sia a corda sia a fiato.
Tra i più appassionati cultori di musica figurano anche gli imperatori Caligola, Nerone, Adriano.
Nerone praticò lo studio della musica e si esibì in pubblico a Napoli. Qui reclutò 5000 plebei perché lo sostenessero mentre cantava, istruendoli sui diversi tipi di applausi da eseguire. Nel 60 istituì un concorso quinquennale comprendente una gara musicale, una ginnica e una di equitazione.
Nella società i musicisti occupavano un posto importante e si facevano ben pagare per le lezioni
private e le esibizioni.
Da pitture, mosaici e bassorilievi conosciamo alcuni degli strumenti musicali usati nel mondo
antico.
La tibia (flauto) era di forma tubolare, semplice o doppia. Era realizzata in avorio o legno di bosso o con le canne o in argento. Era uno strumento ad ancia, linguetta sottile messa in vibrazione dal fiato del suonatore. Chiudendo con le dita i fori praticati sulla canna si modifica il suono.
Potevaessere lunga da 15 a 60 cm. La tibia doppia era costituita da due tubi che potevano essere anche di lunghezza diversa. I tibicines erano sempre presenti quando si celebravano sacrifici e a Roma facevano parte di un collegio che godeva di speciali privilegi.
La siringa o flauto di Pan, secondo il mito raccontato da Ovidio, fu inventata dal dio Pan. Il dio si
era innamorato di Syrinx che per sfuggire al suo inseguimento si trasformò in canna palustre. Pan credeva di averla afferrata e invece si trovò in mano un ciuffo di canne, sospirò e l’aria vibrò
dentro le canne producendo un suono dolce e delicato. Unì tra loro con la cera alcune cannucce di diversa lunghezza e chiamò lo strumento siringa. La siringa è costituita infatti da canne di misura decrescente tenute insieme da cordoncini e da cera. Con la cera venivano chiuse le estremità inferiori delle canne. Ci sono giunti esemplari di siringhe realizzati in terracotta, legno, avorio ebronzo.
Avena e calamus sono delle specie di flauti diritti. L’utricularium è la zampogna.
Il tympanum era uno strumento a percussione costituito da un cerchio di legno o di bronzo del
diametro di 30 cm. su cui si tendeva una pelle di bue o asino battuta con le mani o con il plettro.
Lo scabillum aveva la forma di un grosso sandalo e si calzava col piede destro. Consisteva in due
tavolette di legno sovrapposte. Si usava per dare il tempo ai danzatori e scandire il ritmo, anche
per annunciare la fine dello spettacolo.
Il cymbalum, di provenienza orientale, simile ai nostri piatti, era costituito da due dischi di bronzo
battuti ritmicamente l’uno contro l’altro.
I crotali, in argilla, legno, avorio, usati per scandire il ritmo della danza, corrispondono alle
nacchere. Venivano usati insieme ai timpani e ai cembali, alla tibia e alla cetra.
Il sistro, tipico dell’Egitto, era impiegato nei rituali in onore di Iside. Era costituito da un manico
sormontato da una verga piegata a forma di ferro di cavallo attraversata in senso orizzontale da
lamine sottili che vibravano se si scuoteva lo strumento.
Lyra e cithara furono gli strumenti prediletti dai Greci. Si compongono di cassa armonica, due
bracci che partono dalla cassa e si congiungono in alto con una traversa orizzontale , e un numero
variabile di corde tese tra la parte inferiore della cassa e la traversa. Nella lyra la cassa armonica
era ricavata originariamente da un guscio di tartaruga e in seguito, quando si usò il legno, si
mantenne la forma della tartaruga. Nella cithara la cassa è realizzata in legno, i bracci sono
massicci e non incurvati e fanno corpo con la cassa armonica contribuendo ad amplificare il suono.
Le corde, da tre a dodici, venivano pizzicate da sotto con le dita della sinistra, con la destra il
suonatore teneva il plettro, che era legato con un cordoncino allo strumento e serviva per battere le corde. Roma mostrò una netta predilezione per la cithara e Nerone istituì concorsi musicali per citaredi.
L’harpa era di forma triangolare, provvista di corde di diversa lunghezza.
Il corno era uno strumento a fiato, di bronzo, usato nell’esercito, nelle cerimonie religiose, nei
funerali e negli spettacoli dell’anfiteatro.
La buccina era uno strumento usato negli accampamenti romani per dare segnali alle sentinelle oper altre operazioni della vita militare. Dapprima fu una conchiglia adattata a uso di tromba, poi fu realizzata con un tubo di bronzo di notevole lunghezza, piegato a forma di C e rinforzato da una barra che serviva per l’impugnatura. Era simile al corno,