ARCHEOLOGIA DI SEGNI PERCETTIVI

ARCHEOLOGIA DI SEGNI PERCETTIVI

Archeologia DEI SEGNI PERCETTIVI

Venerdì 24 ottobrealle ore 19.00, presso la sala dell’ex orfanotrofio della Basilica Ave Gratia Plena Madonna della Neve) di Torre Annunziata, sarà presentato il documentario sulla Villa B di Oplontis “Archeologia di Segni Percettivi”, realizzato dall’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali, prodotto nell’ambito della presentazione della pubblicazione scientifica “Ager Pompeianus et Ager Stabianus”. Il testo è stato realizzato dall’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali col patrocinio dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Campania.ico_red La manifestazione  è stata  promossa  dalla dott.ssa Mirella Azzurro, presidente dell’Archeoclub di Torre Annunziata “Mario Prosperi” e dal dott. Claudio Rodolfo Salerno, responsabile dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali.Archeologia DEI SEGNI PERCETTIVI

ARCHEOLOGIA DI SEGNI PERCETTIVI

Archeologia di segni precettivi è un documento video che percorre tutti gli eventi, le circostanze, i vissuti che hanno suggerito la pubblicazione di uno specifico testo. La narrazione contiene documentari, performance artistiche, interviste, backstage e proposte che si sono susseguite nei tre anni di lavoro dedicati alle ville rustiche dell’area pompeiana. Una raccolta, quindi, di esperienze, di sperimentazioni e testimonianze di relazioni possibili su luoghi di grande importanza scientifica e culturale. Una visione di nuove e creative modalità di fruizione del patrimonio culturale.

Dice Claudio  Rodolfo Salerno, presidente dell’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali e responsabile dei diversi progetti che si sono alternati in questi anni: “Nella linea evolutiva fummo altro e altro ancora saremo. Opero nell’area della sperimentazione culturale. Il nostro lavoro esprime il bisogno di collettivizzare la sperimentazione. Attraverso i contributi individuali, di matrice interdisciplinare, il vissuto che ne deriva permette una lettura a più livelli diversi tra loro. Strutture narrative filologiche contattano il presente ed ogni materia è in realtà un’idea contemporanea. Attraverso la narrazione di ciò che è stato riemergono segni minimi percettivi a noi noti. La comunicazione tra noi e l’ambiente non è solo visiva. Narrare con le percezioni sensoriali un ambito archeologico significa affidarsi totalmente alle fonti storiche e agli approfondimenti scientifici. Il lavoro è uno strumento attraverso il quale forme diverse della conoscenza si appropriano di nuove contaminazioni dei generi con nuovi linguaggi da reinventare che si pongono come mediatori per creare una diversa fruizione della cultura e dell’arte. Alla tutela di ciò che è stato si allinei il bisogno di ciò che sarà, rimettendo in moto la cultura passiva e ricercando così una nuova e creativa identità culturale italiana. I siti stessi sono luoghi dove ricerca e creatività si possono unire in un connubio interessante, alla ricerca di nuovi generi e linguaggi. Un atteggiamento che aggiunge solo dove non c’è, sottrae dove c’è troppo. Che predilige narrazioni senza parole, che interviene come medium culturale”.

10370439_320360378116545_5427448613199215050_nIL TESTO

Il testo “Ager Pompeianus et Ager Stabianus” raccoglie e approfondisce le precedenti ricerche dell’Istituto sulle due ville: di Oplontis e di Sant’Antonio Abate.

Il libro affronta il complesso tema della fruibilità e della valorizzazione dei beni culturali agli albori del terzo millennio. Partendo proprio da siti archeologici meno noti dell’area pompeiana, ma non meno importanti, quali Sant’Antonio Abate e Oplontis, si narra l’esperienza realizzata in alcune ville rustiche della zona, attraverso un nuovo modello di fruizione della cultura scientifica, fondato soprattutto sulla percezione e sui sensi. Il volume, sintesi dell’attività di un gruppo di lavoro interdisciplinare, coordinato da Claudio Rodolfo Salerno, intende rileggere e interpretare la questione della valorizzazione dei beni culturali affrontando il problema da un punto di vista  insolito: l’esperienza artistica e sinestetica come artificio per far vivere e rivivere il nostro patrimonio culturale. Ma l’obiettivo è anche un altro: il libro vuole essere uno stimolo alla riflessione su come tramandare patrimoni, metodi, colture e tradizioni alle generazioni future. Un testo insomma per la divulgazione della cultura e della scienza. Il libro intreccia elementi di archeologia, arte, agronomia, alimentazione, botanica, biologia vegetale, farmacologia delle piante, microbiologia alimentare e tecnologia.

Il testo è dedicato allo storico quartiere Carminiello di Torre Annunziata, dove si trova la Villa B di Oplontis (o villa di Lucius Crassius Tertius) all’interno della quale furono rinvenuti gli ori e le monete, molto spesso erroneamente associati alla Villa A (detta anche Villa di Poppea). Il sito, ricco di spunti e di informazioni, ha suggerito la realizzazione del testo quale contributo alla conoscenza del sito stesso e delle sue peculiarità. La dedica al quartiere è uno spaccato di vita nel primo decennio successivo al secondo dopoguerra, quando ancora erano in attività i numerosi pastifici ubicati nella zona e ancora erano presenti lembi di coltivazione a grano che ne ornavano il paesaggio.

scarica qui Approfondimenti sul testo Ager Pompeianus et Ager Stabianus.pdf

 

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